Nel 2020 l’Iperammortamento e il Superammortamento, ovvero le agevolazioni per Industria 4.0, sono stati trasformati in Credito d’imposta. La nuova legge di bilancio punta in particolare a sostenere le piccole e medie imprese.
Questa operazione, che ha portato notevoli modifiche rispetto agli scorsi anni, si chiama Transizione 4.0.
Ora che siamo a metà 2020, vogliamo ricordarvi che questi strumenti possono ancora essere sfruttati e che la stampa 3D può rientrare fra i beni agevolabili.
Quali tecnologie 3D rientrano fra i beni agevolabili?
Il Credito d’imposta 2020 è dedicato a quei beni strumentali caratterizzati da un alto tasso di digitalizzazione.
Fra le strumentazioni da noi proposte rientrano per esempio fra quelle agevolabili le stampanti 3D Form 3 di Formlabs, Max e Pro di Asiga, Leonardo Revo di MeccatroniCore, 3DWOX 1 e 2X di Sindoh e gli scanner 3D.
Anche i servizi e software digitali e, infine, i beni strumentali (con alcune eccezioni), consentono di accedere al Credito d’imposta, anche se con differenti percentuali. Vediamo dunque cosa cambia per le varie categorie.
Quali agevolazioni comporta il Credito d’Imposta?
La percentuale dell’aliquota del Credito d’imposta varia a seconda della tipologia di investimento.
- 40% o 20% del costo, a seconda dell’importo, per gli investimenti relativi all’Industria 4.0
- 15% del costo, per gli investimenti in servizi e software digitali
- 6% del costo, per investimenti in beni strumentali
Per quanto riguarda l’Industria 4.0 l’aliquota è al 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro. Del 20% per investimenti oltre ai 2,5 milioni, ma con un limite massimo di 10 milioni di euro.
Per quanto riguarda i servizi e software digitali, l’aliquota d’imposta è applicabile per investimenti fino ai 700 mila euro. Per i beni strumentali per investimenti fino ai 2 milioni di euro.
Come si accede al Credito d’Imposta?
Il credito si applica agli investimenti effettuati fra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2020, ma anche per quelli conclusi entro il 30 giugno 2021 per i quali sia stato versato un acconto del 20% entro l’anno corrente.
Per quanto riguarda l’Industria 4.0, ma anche i servizi e software digitali, il cui costo unitario di acquisizione non sia superiore a 300.000 euro, è sufficiente che l’azienda fornisca una dichiarazione resa dal legale rappresentante, per confermare che i beni posseggano le caratteristiche richieste per usufruire delle agevolazioni. Per beni di valore superiore invece è necessario produrre una perizia tecnica semplice, rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale. Oppure un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato.
Infine chi intende usufruire del credito deve effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico, sul cui sito si possono trovare tutti i dettagli relativi al Credito d’imposta 2020.
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